Dal Fronte Moscovita

sabato, aprile 01, 2006

Incipit

Marzia mi chiamò quel mattino di gennaio in cui ero più propenso a dormire piuttosto che recarmi a lezione, lo ammetto. Mi disse “Vieni, ho una notizia molto ma molto bella”. Ammetto anche un filo di sospetto ma mi fidai. E’ una che non si scioglie con poco, ma a quello che stava per dirmi non pensai proprio.
Arrivai in università in meno di un’ora e la incontrai sulla porta dell’aula. Mi portò in corridoio.
“Indovina” disse “Ci hanno offerto… di fare il tirocinio a Mosca!”
Sul momento è come se qualcuno mi avesse infilato un manicotto nel corpo e mi avesse inondato di cemento a presa rapida. Non potei crederci.
Poi iniziò il mio rituale balletto da checca giuliva, incurante degli sguardi delle matricole lì intorno.
Insomma sì, man mano che le settimane passavano il tirocinio prendeva sempre più forma. Noi tre, un piccolo gruppo di lavoro formato da Marzia, Alberto e dal sottoscritto, scelti per vivere per due mesi a Mosca, capitale del mistero, per frequentare uno studio di design. Pagati, pure, grazie a un finanziamento della Regione Lombardia.
Non c’è ancora una partenza fissata, ma la volontà di tutti è di farci patire entro questo mese.
Ho dovuto mantenere la calma fino alla fine del corso, lavorare come se non ci fosse alcuna Russia, concludere l’ultimo laboratorio e già mi vedo a rendere
nuovamente omaggio a questa contraddittoria e mirabile metropoli.
Russia, arriviamo! (L. Rodchenko, Libri!, 1925)