Dal Fronte Moscovita

giovedì, agosto 10, 2006

L’insostenibile pesantezza dei pilmini

Oh a me piacciono. Sono come ravioli di carne bolliti e conditi con panna acida, la smetana. Ecco, un piatto di pilmini corrisponde a nutrirsi di una foca compresa della muta invernale e condirla con incudini di quelle che si vedono sui disegni della rivoluzione industriale, quelle classiche. Il bello dei pilmini, tuttavia, non è solo il sapore secondo me è mitico, ma è il fatto che sono come delle spugne. Li mangi e ti stanchi tanto, poi questi si espandono dentro di te. Come aver mangiato un ombrello chiuso che viene aperto da qualche manovratore invisibile. Te li tieni dentro per diverse ore, ogni tanto tornano su a salutarti e ad un tratto spariscono nel nulla.


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